Calo dei prezzi, ma il totale bolletta aumenta

Prendendo in considerazione il prezzo delle materie prime arrivato ai minimi storici, arrivano segnalazioni che evidenziano bollette per l'energia elettrica più care rispetto all'anno scorso. Alcuni consumatori attenti alle sorprese, si sono rivolti a Gruppo Profesisonisti SPESE ZERO per valutare se effettivamente la tariffa per l'energia elettrica non fosse cara.

Gli aumenti sono anche da ricercare nella riforma della tariffa elettrica, partita all'inizio dell'anno e che si concluderà nel 2018. Con queste nuove regole, si punta a superare il meccanismo tariffario che prevede, per alcune voci, una struttura a scaglioni. L'importo pagato aumenta in maniera più che proporzionale al consumo, passando da uno scaglione all'altro. Le voci che si articolano secondo questa modalità non sono tutte, ma la loro rimodulazione si fa sentire sul totale. Sono le cosiddette tariffe di rete, quindi addebiti per far arrivare l'energia al contatore e i costi  di gestione delle letture, a cui bisogna aggiungere gli oneri di sistema, ovvero quanto pagato per mantenere in equilibrio il sistema elettrico, per finanziare gli incentivi alle fonti rinnovabili e altre voci. 

La spesa per l'energia elettrica è aumentata a causa del forte incremento delle quote fisse, che in bolletta compaiono sotto varie voci e sezioni. Solo per il contatore, ha fatto passare la quota fissa dai 7 agli oltre 14 euro all'anno circa , quindi praticamente la spesa è raddoppiata. Stessa cosa anche per la cosiddetta quota potenza, applicata per ogni Kw di potenza disponibile, passata dai 6,6 del 2015 agli attuali 9,64 euro. Per entrare meglio nel dettaglio, un'utenza domestica da 3 Kw paga 16,45 euro, iva esclusa (ovvero i 7 euro in più per la quota fissa a cui bisogna sommare l'incremento della quota potenza 3,04 moltiplicato per 3 Kw).

Lo schema costi utilizzato fino all'anno scorso risale a molti anni fà, quando fu introdotto per disincentivare gli sprechi. Un sistema che, indipendentemente dal nucleo familiare, premia chi ha bassi consumi. Chi vive da solo ha consumi ridotti, ma non è detto che gli sprechi non siano evitati. Dall'altro lato le famiglie comporte da più persone rischiano di pagare sempre di più con gli scaglioni più alti perché, nonostante comportamenti attenti e parsimoniosi , per loro è più difficile contenere i consumi. Un altro aspetto importante è che la tariffa a scaglioni non consente di definire un prezzo unico per i KWh consumati, come avviene in tutti i mercati liberalizzati.

L'Autorità per l'energia ha deciso di addebitare buona parte dei corrispettivi oggi a scaglioni sulle quote fisse e non più sulle voci di consumo ed esattamente sulle due voci: quota fissa e quota potenza. È questo il motivo per cui chi ha consumi più bassi si trova con un totale bolletta più alto rispetto a prima. In questo caso i corrispettivi sui KWh consumati incidono in maniera inferiore, quindi la loro diminuzione si fa sentire meno. Per chi ha consumi alti, viceversa, l'aumento delle quote fisse è compensato dalla diminuzione del prezzo dell'energia, non incrementando più di tanto la spesa totale.